Le cascate di Cerveteri – a due passi da Roma un percorso affascinante da vivere con il proprio cane.
A Cerveteri ci sono delle cascate? Non sono in molti a conoscerle. Gli appassionati escursionisti della zona laziale hanno individuato 10 cascate, ma il numero potrebbe esser addirittura superiore. In questo territorio la natura è ancora incontaminata e selvaggia, nasconde misteri, storia e scorci da fiaba. Cinque sono le cascate più conosciute e facili da raggiungere, ma stando ai racconti di chi la zona la conosce e la vive quotidianamente, ci sono cascatelle minori e più nascoste pronte a sorprendere l’occhio e a regalare una fusione totale con la natura. Le cascate più frequentate e segnalate su google maps sono: la cascata del Vaccinello, dell’ Arenile, di Braccio di Mare, dell’Ospedaletto e della Mola (o anche detta di Castel Giuliano), vicine tra loro e segnalate con indicazioni bianco/rosse lungo il percorso.
Cosa mettere nello zaino per il trekking con il cane:
Il percorso per scoprire le cascate di Cerveteri prevede l’attraversamento di alcuni guadi per questo è importante non solo indossare delle scarpe da trekking, ma anche inserire nello zaino dei copri-scarpe impermeabili da sfruttare nei tratti critici. Per lo stesso discorso è consigliato portare con sé 2 teli/asciugamani in microfibra. Pantaloni lunghi, abbigliamento stratificato (consigliato un cambio di calzini e scarpe da lasciare in macchina), protezione solare e spray anti punture non devono mancare. Guinzaglio flexi e/o pettorina per il nostro cucciolo saranno strumenti immancabili. Importante inserire nello zaino almeno 2 litri d’acqua per noi e un litro d’acqua con ciotolina pieghevole per il nostro cane. Frutta secca e snack proteici per noi e premietti (di sicurezza) per il nostro amico a quattro zampe.
Come raggiungere le cascate di Cerveteri:
Uno dei modi per raggiungere le cascate di Cerveteri è quello di arrivare alla necropoli del Laghetto, collocabile nel più vasto sepolcreto della Necropoli della Banditaccia, sito archeologico etrusco tra i più celebri e suggestivi di Cerveteri, databile al VII secolo a.C. Il nome “Banditaccia” sembrerebbe derivare dalla consuetudine ottocentesca di dare in affitto queste terre tramite bando. Si tratta della necropoli etrusca più estesa mai rinvenuta, si contano oltre 20.000 tombe e l’Unesco nel 2004 l’ha dichiarata patrimonio dell’Umanità.
Posteggiata l’auto nel grande parcheggio sterrato si procede lungo il sentiero che porta al sito archeologico, si supera l’area museale e si seguono le indicazioni per la via degli inferi.
La via degli inferi – trekking con il cane tra storia, esoterismo e scorci fiabeschi
Il percorso per ammirare le 5 cascate di Cerveteri prevede 7 ore di passeggiata (circa 13 km), incluse pause, relax e momenti da dedicare al nostro cucciolo. Varcata la soglia degli inferi ci si ritrova immersi completamente nella storia. La via racconta usi e costumi di epoche diverse. Mausolei imponenti si alternano a tombe tufacee circolari e a dado, tutta l’architettura è in armonia con il verde circostante e la sensazione è quella di passeggiare in un luogo magico, fuori dalla realtà. E’ una vera e propria città nella natura quella in cui ci ritroviamo; gli etruschi credevano nella vita dopo la morte quindi organizzavano la necropoli come riproduzione della “città dei vivi”.
Ai 4 sensi è richiesta la massima attenzione per vivere a pieno il percorso, la natura in queste zone è selvaggia e il terreno restituisce tracce del passato.
Il cucciolo verrà stimolato dai continui cambiamenti del terreno, godrà dei profumi della natura e delle orme degli animali selvatici, si mostrerà curioso e felice per la distanza da percorrere, inoltre ricoprirà un ruolo importante nell’esperienza: sarà per noi una guida importante e sarà l’occasione giusta per permettere a lui di acquisire fiducia nei suoi mezzi e a noi di approfondire il nostro rapporto simbiotico.
L’itinerario nel dettaglio
Dalla Via degli Inferi continuando il sentiero si alternano strettoie e slarghi fino all’incontro con un’antica porta etrusca, composta da blocchi squadrati che ci conduce ad una distesa di campi agricoli. Inizia da qui la vera mission, una ripida discesa ci porta al primo e inaspettato corso d’acqua, tutto da attraversare. Dopo circa 30 minuti a passo sostenuto, si attraversa il Fosso della Mola si gira a sinistra superando una struttura industriale in disuso e si ammira un incredibile paesaggio lavico del vulcano sabatino. Un bivio e si giunge ad un vecchio forno dello Stato Pontificio, da qui parte il sentiero che porta alla cascata del Vaccinello. Tornando leggermente indietro verso il forno, si arriva alla seconda cascata, quella dell’Arenile.
Si risale e si raggiunge la Cascata Braccio di Mare.
I raggi del sole filtrano e creano magia. Il paesaggio è da favola, a tratti sembra una foresta incantata, a tratti si scorgono angoli tropicali e poi ponticelli, gole, ruscelli e il rumore dell’acqua e della natura che creano una magica melodia. Una sosta breve e si riparte. Il bosco si infittisce e si intravede una cancellata. Poco prima di raggiungerla si gira a sinistra e si arriva all’ennesimo guado. Si gira ancora a sinistra e ci ritroviamo al bivio con le indicazioni: a sinistra la Cascata dell’Ospedaletto a destra la Cascata della Mola. Visitiamo la prima e poi ci prendiamo il nostro tempo per la sosta più lunga alla Cascata della Mola.
Approfittiamo della spiaggetta ai bordi del laghetto creato dalla cascata per stenderci e goderci un po’ di relax. La Cascata della Mola è di una bellezza che toglie il fiato. L’acqua è fresca e i cani trovano refrigerio. Una rinfrescata, un bagnetto per il nostro cane -se la temperatura lo consente – asciughiamo il pelo tamponando con l’asciugamano e si ritorna alla base attraverso il Ponte degli Austriaci.
Photo credit: Meggy Fri